“La fabbrica dei tedeschi”, il film-documentario di Mimmo Calopresti presentato a Venezia 2008, vuole denunciare il dramma delle morti bianche che ogni giorno si ripete nei luoghi di lavoro. Il fenomeno è così tragicamente ampio da portarci all’assuefazione e forse proprio per questo i media dedicano all’argomento spazi sempre piu’ limitati.
La tragedia della ThyssenKrupp, avvenuta nella notte fra il 5 ed il 6 dicembre 2007 a Torino, aveva trovato spazi straordinari sui giornali ed in televisione (quale migliore occasione per mettere su un bel talk show di mezza sera!). Dopo un po’ parlare di operai che lavorano 14 – 18 ore al giorno, morti carbonizzati, non alza piu’ l’indice di ascolto per cui la sicurezza sul lavoro continua a rimanere una utopia.
Con questa pellicola, Calopresti elabora quel dramma e lo approfondisce attraverso le interviste, svolte per mesi, ai famigliari ed amici delle 7 vittime.
Il film inizia con alcuni attori che interpretano i familiari delle vittime, fra cui Valeria Golino e Monica Guerritore che impersonano con grande emotività una moglie ed una madre.
Dalle commoventi interviste del regista vengono fuori immagini di ragazzi che entrano in fabbrica con l’entusiasmo dei giovani e “dopo vent’anni sono ancora lì, con la loro stanchezza e i sogni perduti”.
Alla vigilia della proiezione riservata ai familiari delle vittime, il film ha avuto uno strascico polemico: la madre di una delle vittime chiedeva che la straziante telefonata fatta dal figlio al 118, poco prima di morire carbonizzato, fosse cancellata.
Calopresti si è reso disponibile ad accogliere le richieste, ma, nel rispetto della sensibilità di chi è stato colpito da quest’immane tragedia, crediamo che forse sarebbe stato piu’ corretto, da parte sua, far vedere il film ai familiari prima della proiezione alla mostra.
Speriamo che quelle grida disperate possano servire a scuotere le coscienze di tutti per rendere i posti di lavoro piu’sicuri e ad avere contratti che anziché essere dei ricatti, garantiscano veramente il lavoratore e, forse, cesseranno di esistere vomitevoli salotti televisivi atti a camuffare la realtà dell’inferno lavorativo.
“Povera Patria”, è la canzone di Battiato che si ascolta nel film, oltre a “Il cielo di Torino” dei Subsonica.
Alla prossima.
Guarda il trailer.
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15 settembre 2008
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