
Auschwitz, Bergen-Belsen, Buchenwald, Mauthausen, Majdanek, Trebljnka: tanti dei sopravvissuti a questi luoghi di orrore si sono imposti di non parlare, di soffocare il loro dolore per il timore di non essere capiti o, peggio ancora, creduti.Come Elisa Springer, sopravvissuta ad Auschwitz, che per 50 anni ha coperto il numero marchiato sul braccio con un cerotto.
Come Alberto Sed che dopo Auschwitz non è più riuscito a prendere in braccio un bambino per paura che qualcuno gli gridasse di lanciarlo in aria per colpirlo in volo: il gioco delle SS contro la noia delle domeniche nei lager.
Oggi più che mai, è necessario capire e ricordare che cosa sono stati i campi di sterminio per sperare che quell’indicibile orrore non si ripeta.
Il “Giorno della Memoria” crediamo che debba servire a non dimenticare a quali aberrazioni può condurre l’odio razziale e l’intolleranza.
> Due drammatiche scene tratte dal film "Il Pianista" di Roman Polanski
> Concorrenza Sleale, il trailer, un film di Ettore Scola


0 Vai ai commenti:
Posta un commento