Miscelando ricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, l’autore di questo saggio atipico invita gli ultimi della classe a non disperare.
Daniel Pennac, diversi anni fa, in “Come un romanzo” aveva enunciato i diritti imprescindibili del lettore, che partendo dall’analisi della disaffezione alla lettura da parte delle ultime generazioni (e non solo) affrontava il problema di come stimolare i giovani non tanto alla lettura fine a se stessa quanto al piacere di essa. Noi, lettori fluttuanti ne abbiamo fatto il nostro credo.
DIARIO DI SCUOLA (ed. Feltrinelli), il nuovo libro di Pennac, risultato di quattro anni di lavoro, esalterà gli ideali di noi studenti discontinui.
Il saggio affronta il tema della formazione scolastica dalla parte di quegli alunni scaldabanchi, “svogliati” e “fannulloni”, che faticano ad imparare e a capire ma, secondo l’autore, hanno semplicemente paura di non saper rispondere.
Attraverso aneddoti divertenti e vicende personali l’autore, non nascondendo il suo passato da ultimo della classe, invita a riflettere sulle disfunzioni della scuola, sul ruolo dei genitori e della famiglia, della televisione e degli insegnanti, categoria che conosce bene facendone egli stesso parte.
Si capisce che questo libro è dedicato oltre che agli studenti anche ai professori che hanno un ruolo così rilevante nella maturazione dei ragazzi e soprattutto devono alimentare il desiderio di conoscere, sollecitare la fantasia e spalancare la mente, perché la società cambia, ma i giovani di oggi, come quelli di ieri, al contrario dei piu’ logorati luoghi comuni, sono sempre animati da un’inesauribile sete di sapere.
Alla prossima.
Ultimi post pubblicati
22 aprile 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Arte Musica Cultura news
(116)
CineBook
(23)
Discovery
(14)
Novità WebMews Community
(24)
Post-it Solidarietà
(67)
Privacy Disclaimer
(2)
Video e Foto
(47)
0 Vai ai commenti:
Posta un commento